mercoledì 22 settembre 2010

SNOWBOARD: NON TRASCURIAMO LA PREPARAZIONE ATLETICA





Prima di iniziare i famosi weekend a base di snowboard mi sembra giusto soffermarsi su qualcosa che molto spesso si trascura: la preparazione atletica prima di affrontare una stagione sciistica o magari solo qualche giorno di surfate su soffice neve. Personalmente avevo completamente sottovalutato la questione.
In fondo svolgo attività fisica quasi regolarmente (palestra e qualche corsetta) e quindi due giorni di snowboard non mi spaventavano affatto. Invece ho dovuto ricredermi. Dopo il primo giorno di surfata muscoli del mio corpo che non pensavo nemmeno di avere hanno iniziato a lamentarsi ferocemente!

Ecco quindi cosa consigliano gli esperti per prepararsi al meglio (questo discorso non si applica agli sciatori in quanto i movimenti di base sono sostanzialmente diversi).


Innanzitutto, pericolosissima è la convinzione che due settimane di preparazione bastino per affrontare una stagione sciistica: niente di più sbagliato.

Una preparazione dell’ultima ora si può giustificare solo in soggetti che comunque praticano altri sport durante il resto dell’anno o che frequentino con regolarità (tre volte la settimana) la palestra. Solo in questo caso con una serie di esercizi specifici nelle ultime settimane si può ottenere qualche risultato. La stragrande maggioranza della gente che intende sfruttare tre, quattro weekend e magari passare la classica settimana bianca a marzo dovrebbe già ai primi di novembre iniziare un corso di presciistica almeno una-due volte la settimana. Un mesetto intensivo a febbraio è sempre meglio che niente.


Sicuramente la cosa migliore sarebbe praticare con continuità un qualsiasi sport anche d’estate: kite, freeride in mountain-bike, surf, arrampicata, o anche qualcosa di più tranquillo ma altrettanto efficace tipo il nuoto. L’alternativa se frequentate una palestra è farvi preparare una tabella di esercizi mirati al potenziamento delle gambe,addominali ,pettorali e tronco.


Se invece preferite il “fai da te” innanzi tutto ricordatevi sempre di fare esercizio di riscaldamento all’inizio e di defaticamento alla fine di ogni sessione di allenamento,dopo di che cominciate in maniera blanda senza strafare. Per iniziare possono andar bene 20 minuti di corsa o 20 di bicicletta, per poi aumentare nelle sedute successive. Per quanto riguarda la corsa, per chi non è allenato l’ideale è cominciare con un paio di minuti di camminata veloce. Proseguire con 10 minuti di corsetta leggera. Poi ancora 2 minuti di camminata. Di nuovo corsa per 10 minuti e ancora 2 minuti di camminata per concludere. Quando riuscirete a completare questa sequenza senza sforzo potrete aggiungere ancora 10 minuti di corsa.


E’ importante ricordare che lo snowboard è uno sport che richiede una esplosività muscolare notevole quindi dedicatevi anche ad esercizi come squat,balzi, stacchi a gambe tese,scatti ecc.


Spesso inoltre si dimentica una cosa tanto ovvia da essere trascurata: a sciare si va in montagna. Quindi ogni tipo di sforzo, anche minimo, si svolge in quota. Gli sport da discesa (snowboard e sci) prevedono un continuo salire e scendere, con dislivelli in alcuni casi anche notevoli. Questo comporta variazioni continue della pressione atmosferica, della presenza di ossigeno nell’aria e della temperatura con le relative modifiche organiche:quindi se non volete far impazzire il vostro beneamato corpicino pensate anche ad una visita medica stagionale in un centro di medicina dello sport.


Queste sono ovviamente soltanto linee guida, non certo un programma d’allenamento completo. Possono comunque rendere l’idea ed essere utili a coloro che come me, sottovalutavano completamente questo importantissimo aspetto!


Domani illustreremo invece un programma d’allenamento per migliorare le proprie prestazioni dedicato a chi svolge regolarmente snowboard a un certo livello.





( tratto da http://www.sportestremi.org/ )

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lunedì 20 settembre 2010

OBEREGGEN





Altro Comprensorio che vogliamo presentarvi ( che a dire la verità fa parte della val di fiemme) è OBEREGGEN!!!
Obereggen è il top! Lo hanno confermato 220 esperti dello "Skiare Test", concordi nel fatto che lo Ski Center Latemar ha le piste meglio preparate dell'intero arco alpino.
Gli esperti di neve hanno valutato accuratamente 26 destinazioni turistiche in Austria, Italia, Francia, Slovenia e Svizzera. Oltre alle piste è stato premiato anche il sistema d'innevamento migliore e Josef Gummerer è stato nominato "Maestro d'innevamento dell'anno". Questa nomina è solo l'ultima di una serie che Obereggen ha raccolto negli anni.



Un'importante attività che potete fare a Obereggen è lo sci o la discesa in slittino in notturnaOgni martedì, giovedì e venerdì, dalle 19 alle 22, il comprensorio offre infatti la possibilità di scendere con gli sci o lo slittino sulle piste illuminate dai proiettori. Un’opportunità gratuita per chi ha uno skipass settimanale o stagionale.




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(tratto da http://www.dolomitisuperski.it/)


giovedì 16 settembre 2010

LA STORIA DELLO SNOWBOARD

Dagli oceani alla neve


Non è facile stabilire chi sia stato il primo ad inventare lo snowboard. La gente di montagna ha sempre avuto la necessità di spostarsi sulla neve, e di trasportare carichi con la minor fatica possibile. I contadini in inverno scendevano a valle con la slitta, in estate trasportavano il fieno su appositi slittoni giù per i prati. Possiamo dire comunque che lo snowboard attuale è nato negli Stati Uniti. Deriva quasi certamente dal surf da mare, a sua volta originario della Polinesia in Oceania e delle Isole Hawaii nel Pacifico. Fu addirittura il grande navigatore ed esploratore James Cook, alla fine del '700, ad osservare gli indigeni polinesiani mentre si facevano trasportare dalle onde sulle canoe e su lunghe tavole di legno.

Il primo esempio documentato di rudimentale snowboard risale al 1929, quando Jack Burchett, un costruttore di slitte, tagliò un pezzo di legno piatto con dei lacci di stoffa per i piedi. Un'altra documentazione certa risale a circa trent'anni dopo: nel 1963 Sherman Popper, un ingegnere chimico, per far giocare i suoi figli inventò un attrezzo che battezzò snurfer. Popper unì due sci con l'intento di riprodurre un attrezzo simile al monosci, che all'epoca stava diffondendosi tra gli sciatori più spericolati. Si accorse però che i suoi ragazzi salivano sulla tavola di traverso, proprio come i surfisti da onda.


L'antesignano dello snow moderno

Popper prese allora un surf da onda e lo elaborò montando dei bordi metallici e progettando un attacco per la scarpa. L'attrezzo ebbe un grande successo tra gli amichetti dei suoi figli. Quindi registrò il nome e cedette i diritti alla ditta Brunswick che incominciò a produrre in serie lo Snurfer. Queste tavole giallo-nere di legno compensato fecero il giro degli Stati Uniti e una di esse arrivò tra le mani di Jack Burton Carpenter che, allora quattordicenne, cominciò ad elaborare lo Snurfer per migliorarne le prestazioni agonistiche. Nel 1969 un ingegnere di New York, D. Milovitch, anch'egli ispirato dal surf d'onda, costruì alcuni prototipi di tavole da neve e ne registrò il brevetto con il nome di Winterstick. La leggenda narra che l'idea gli venne dopo aver "surfato" sulla neve, per scherzo, con dei vassoi da mensa. Quelle di Milovitch furono costruite dapprima in legno resinato, ma così erano troppo fragili: utilizzò allora un'anima schiumata racchiusa tra laminati in fibra di vetro e con base in P-tex, un nuovo materiale. Per un certo periodo le cose andarono molto bene e i suoi attrezzi ebbero una grande notorietà grazie ad articoli pubblicati su Newsweek, Playboy e Powder.

Milovitch andò però incontro ad enormi spese di produzione che ne impedirono il decollo commerciale: le tavole risultarono troppo costose per invogliare le masse ad affrontare l'avventura dello snowboard. Milovitch produsse tavole fino agli anni 80, quindi abbandonò l'attività anche se la Winterstick, dopo vari problemi finanziari, riuscì a sopravvivere. Anche Jack Burton nel 1977 iniziò a produrre surf da neve. I suoi modelli somigliavano molto allo Snurfer di Popper: si differenizavano per il fatto che erano stretti come un monosci, costruiti in legno di acero laminato e con gli attacchi di gomma regolabili, muniti di una superficie antisdrucciolo. Con un nuovo prototipo Burton sorprese tutti vincendo molte gare. Decise così di trasferirsi a Londonderry, nel Vermont, per dedicarsi appieno al suo business. Nel '79 disegnò gli attacchi tipo strap. Nello stesso periodo Popper interrompeva la produzione tornando al suo lavoro di ingegnere.

Anni 80, la svolta di Jack Burton

Un altro personaggio iniziò l'avventura nel mondo dello snowboard contemporaneamente a Burton: Tom Sims. In realtà egli era un produttore di skatebord, lavorava nel suo garage con l'amico Chuck Barfoot. Sims provò ad incollare dei pezzi di tessuto sopra il legno e usò un foglio di alluminio come soletta. Sims tuttavia continuò a concentrarsi sulla produzione di skateboard. La svolta decisiva arrivò ancora una volta da Jack Burton: ispirandosi alla tecnologia dello sci, introdusse nel 1980 un prototipo con soletta in P-tex, strati di legno laminato e lamine. Nel Vermont nel 1982 si organizzò il primo campionato nazionale americano: la gara consisteva nel partire dalla cima di una montagna e arrivare in fondo, possibilmente interi. La leggenda narra che un certo Bob Boutin abbia raggiunto la folle velocità, per l'epoca, di 100 km orari con una tavola Backhill. Nei primi anni '80 erano pochissime le stazioni di sci che accettano lo snow. In alcune si richiedeva una specie di esame per poter accedere agli impianti e scendere sulle piste, con il quale si doveva dimostrare di avere una buona padronanza dell'attrezzo. Il primo prototipo di attacco moderno è del 1984 grazie ad un personaggio che non avrà il riconoscimento che meritava: Jeff Grell. Egli mise a punto un tipo di attacco che facilitava molto la guida della tavola, e che in seguito sarà imitato da tutti.

Ii campionati americani si spostarono a Stratton, nel Vermont, e diventarono gli U.S Open. Jack Burton aprì ad Innsbruck, in Austria, la divisione europea Burton. Nelle edicole americane apparvero due importanti riviste del settore che diventatorno in breve il punto di riferimento degli appassionati: Snowboarder e successivamente Absolutley Radical.

Apocalypse snow, esplode la mania

Un altro episodio importante nella storia dello snowboard accadde nel 1981, quando due riders americani della Winterstick, che si trovavano a Les Arc in Francia, vendettero una tavola ad un certo Regis Rolland, il quale a metà degli anni '80 produsse il primo video-film di snowboard intitolato Apoclypse Snow, che diventerà una pietra miliare del genere. Il film provocò una specie di contagio, una diffusione a macchia d'olio dello snowboard in tutta Europa. Nel 1989 si svolse a St. Moritz-Livigno il primo contest di snowboard in Europa in collaborazione tra ISA (International Snowboard Association) e la PSA (Professional Snow Association) due movimenti che unendosi daranno poi vita alla ISF (Federazione Internazionale Snowboard), che è tuttora l'organizzazione più vicina alla realtà dello snowboard. Con la diffusione crescente di questo sport migliorarono le tecnologie, i materiali. Nel 1994 lo snowboard raggiunse la definitiva consacrazione entrando a far parte degli sport olimpici. Nel 1996 un altro celebre video contribuì alla popolarità di questo nuovo sport: Subject Haakonsen. Nel 98 lo snowboard, con tutte le sue discipline, approdò ai giochi olimpici di Nagano in Giappone. In Italia, oggi, il successo di questo sport è testimoniato da più di 100 club e da oltre 1600 soci.

lunedì 13 settembre 2010

VAL DI FIEMME

Dopo il Civetta e 3 Valli ecco il terzo comprensorio convenzionato con noi........

LA VAL DI FIEMME!!!




La Val di Fiemme, "porta delle Dolomiti" si estende per 35 km nel Trentino nord orientale. Tra le più belle valli dell'arco alpino, è rinomata area turistica che si distingue per la duplice opportunità di praticare lo sci alpino e nordico ai massimi livelli, senza tralasciare le innumerevoli opportunità dell'après-ski e il ricco calendario di eventi che attinge a tradizioni, storia e cultura di un territorio ricco di opportunità.
Lo skipass Val di Fiemme-Obereggen consente l'accesso alla piste dello ski center Latemar, dell'Alpe Cermis, di Bellamonte-Alpe Lusia, del Passo Lavazè-Oclini, Oclini, con oltre 100 km di piste che assicurano tanto sprt e divertimento.

Lo sci di fondo è praticato nei rinomati centri del fondo di Passo Lavazè e di Lago di Tesero che, collegati al tracciato della Marcialonga e agli anelli di Bellamonte e dei paesi di fondovalle, offono 150 km di piste in grado di soddisfare anche lo sciatore più esigente.



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( tratto da http://www.dolomitisuperski.it/)


giovedì 9 settembre 2010

LA STORIA DELLO SCI

Lo sci è probabilmente il più antico mezzo di locomozione inventato dall'uomo (prima della ruota), vista la semplicità di costruzione.
Alcune incisioni rupestri datate 4000 anni fa, ritrovate in Norvegia, raffigurano degli umani con ai piedi degli sci.
Alcune forme primordiali di sci sono stati rinvenuti in ritrovamenti fossili, in Siberia e in Svezia, risalenti alla stessa epoca.
I Lapponi già 2000 anni fa utilizzavano uno sci lungo e sottile nel piede destro e uno corto nel sinistro, equipaggiato con pelli di foca, per darsi la spinta: tale mezzo di locomozione fu utilizzato fino agli inizi del 1900.
La storia italiana dello sci risale al 1663, quando il prelato Francesco Negri, durante il suo viaggio in Lapponia raggiunse Capo Nord con ai piedi "due tavolette sottili, che non eccedono in larghezza il piede, lunghe otto o nove palme, con la punta alquanto rilevata per non intaccar la neve" (dal libro "Viaggio settentrionale").
Gli sci furono un mezzo di trasporto vincente, che resistette ai secoli, poiché avevano una efficienza eccezionale se confrontata con gli altri mezzi di locomozione (ovviamente nei continenti dal clima più freddo): con gli sci ai piedi si possono percorrere infatti dai 300 ai 400 chilometri al giorno, come dimostrò nel 1888 Fridtjof Nansen, che in 39 giorni raggiunse la Groenlandia, la attraversò interamente ed arrivò infine nella baia di Baffin.
Gli sci rimasero poco più che due assi di legno fino alla metà dell'800, quando iniziarono le innovazioni tecniche che proseguirono per tutto il 1900 e continuano tutt'ora a un ritmo impressionante.
I pionieri di queste innovazioni furono Sondre Nordheim, che inventò lo stile del telemark; e il pittore e inventore Mathias Zdarsky che, alla fine dell'800, accorciò gli sci a 1 metro e 80 (prima erano lunghi più di 3 metri) e brevetta 25 tipi di attacchi; Il più funzionale è il "Lilienfelder", dal nome del suo villaggio, che impedisce al piede di scivolare lateralmente e possiede una talloniera di ferro o alluminio.
Lo sport dello sci Con le innovazioni apportate da Sondre Nordheim, lo sci divenne un vero e proprio sport. Fino ad allora, infatti, non esisteva una tecnica per frenare e curvare anche a causa delle attrezzature e soprattutto degli attacchi.
La prima gara vera, sebbene non ufficiale, avvenne nel 1843 a Tromsø, in Norvegia.
Nel 1860, il re norvegese organizzò una competizione ufficiale a Oslo, mettendo in palio la coppa Holmenkollen.
Nelle valli alpine italiane gli sci invece arrivarono solo nel 1897 ad opera dell'ingegnere svizzero Adolf Kind, che viveva e lavorava a Torino. Mostrò i suoi sci di fabbricazione svizzera ad alcuni amici, i quali entusiasti fondarono il primo "ski club" italiano, lo Ski Club Torino il 21 dicembre 1901.
Il 1897 sembra essere, quindi, l'anno della nascita ufficiale dello sci in Italia (fino ad allora chiamato ski).
I primi sci in metallo furono inventati da Howard Head, un pilota di idrovolante che, avendo dimenticato a casa i propri sci, provò ad usare i pattini di riserva dell'idrovolante e, trovandoli di proprio gusto, cominciò a produrli fondando la omonima casa nel 1950.
La FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) nasce nel 1908 dalla Unione Ski Club Italiani. Oggi sovraintende quasi tutte le discipline dello sci: biathlon, carving, freestyle, sci alpino, sci d'erba, sci nordico, snowboard, sci alpinismo e lo sci di velocità o chilometro lanciato; e anche gli sport meno legati allo sci come bob, skeleton e slittino.

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